Tre Sorelle di Maria che hanno vissuto a lungo in Burundi sono tornate in Svizzera:
Sr M. Theresiane, Sr M. Janine e Sr M. Josianne.
Nel loro cuore, però, è come se fossero rimaste con la gente del Burundi (Africa centrale)! Riportiamo un breve racconto delle esperienze da loro vissute:
Suor M. Janine Ohnmacht:
Le donne hanno una nobiltà speciale
Fin da bambina, suor M. Janine era affascinata dalle foto dell’Africa. Scrive:
“Il buon Dio aveva spesso “bussato” alla mia porta fin da piccola. Alla scuola per infermiere ho conosciuto la vita comunitaria e lo spirito delle Sorelle di Maria. Ad attirarmi, fra le altre cose, era il fatto che si coltivassero i valori mariani. Inoltre, le Sorelle di Maria erano anche attive nella missione! Era il posto giusto per me e non me ne sono mai pentita fino ad oggi“.
Suor M. Janine ha vissuto in Burundi per 47 anni. In ospedale ha lavorato come infermiera, soprattutto nella cura dei feriti e dei malati di lebbra.
“Mi occupavo della salute della gente, dei malati“.
In seguito, è stata impiegata come sacrestana della cappella di Schönstatt e anche come addetta alle pulizie nella prima – semplicissima! – casa delle suore a Mutumba.
“Per me era importante poter trasmettere qualcosa della nostra fede alla gente”…
Nella sua unga permanenza in Burundi, apprezzava particolarmente la mentalità delle persone, la loro gioia, il modo in cui sapevano celebrare le feste, ma anche la grande gratitudine per tutto ciò che poteva fare per loro. Interessante e toccante anche la testimonianza di Sr M. Janine:
“Le donne hanno una nobiltà speciale!“
Le due guerre, molto pesanti, sono state una prova di resistenza per la popolazione del Burundi e anche per le suore, che le hanno vissute in prima persona. Tuttavia, nessuna di loro voleva lasciare il Paese e la gente. Anche per suor M. Janine è stato difficile vedere quante necessità c’erano e constatare di non essere in grado di fare abbastanza per aiutare.
Non è stato facile per lei riadattarsi alla vita in Europa. Le manca soprattutto la mentalità della gente del Burundi, le consorelle e il Santuario della Fiducia. Allo stesso tempo, apprezza il fatto di poter continuare a vivere in comunità ed è felice, come scrive, “di essere una sorella di Maria”.